La Presolana

Il massiccio calcareo della Presolana ha fatto da sfondo nei secoli al transito di pastori e malgari, che hanno trovato in questo territorio le risorse ideali per le loro attività. I diversi pascoli che si estendono dolci lungo i suoi versanti, specialmente quello meridionale costellato di malghe, testimoniano la presenza secolare di queste antiche pratiche, che da sempre garantiscono un profondo equilibrio tra gli abitanti e le risorse del territorio. Oggi, la sua vetta è ambita da molti scalatori: i primi a conquistarla furono, il 3 ottobre 1870, l’alpinista Carlo Medici, Federico Frizzoni e l’ingegnere Antonio Curò, che divenne il primo presidente del CAI bergamasco. La loro scalata diede così inizio alla storia alpinistica della Presolana: da allora, numerosi appassionati, tra cui Papa Pio XI, hanno sfidato le sue aspre rocce. Il suo valore identitario per le comunità locali è tale che gli abitanti si riferiscono all’imponente massiccio con l’appellativo di Regina delle Orobie.

Le malghe

Elemento centrale del paesaggio tradizionale alpino e prealpino è la malga, che nell’immaginario collettivo viene immediatamente associata alla figura del casaro dedito all’attività agrituristica. In realtà, in origine il termine faceva riferimento alle mandrie, da cui il nome del luogo designato per lo stazionamento degli animali. La malga, dunque, rappresenta un microcosmo che ingloba il pascolo e gli edifici legati all’attività casearia, ma anche le stalle per il ricovero degli animali e gli spazi riservati all’alloggio del personale. L’importanza della malga è notevole: qui si concentrano le attività che ruotano attorno all’alpeggio, una pratica fondamentale per la conservazione dei pascoli di montagna e per la salvaguardia del paesaggio tradizionale alpino. Dal punto di vista culturale la malga rappresenta un ponte tra passato e presente, un luogo in cui rivivono le tradizioni e le pratiche virtuose di tutela dell’ambiente montano. Il malgaro, dunque, non è solo colui che cura gli animali al pascolo o un abile trasformatore delle materie prime che la sua attività offre, ma è soprattutto il vero guardiano del territorio.

A testimoniare l’importanza socio-culturale che in passato rivestivano le pratiche legate all’allevamento, alla pastorizia e alla transumanza, i territori della Valle Seriana conservano ancora oggi tutta una serie di tracce e di beni culturali che fanno proprio riferimento a questo mondo. Ne è un esempio il Santuario della Madonna di Lantana, situato nell’omonima frazione del Comune di Castione della Presolana, in una cornice che, nonostante il massiccio sviluppo edilizio legato al turismo, preserva i connotati agro-silvo-pastorali del paesaggio tradizionale montano. Il Santuario è del XV secolo e al suo interno custodisce una serie di ex voto dedicati ai santi protettori dell’attività pastorale e raffiguranti motivi legati al mondo dell’alpeggio. Molto curiosa la raffigurazione di un putto che regge una maestosa forma di formaggio, a simboleggiare il ruolo fondamentale dell’attività casearia per l’economia del territorio.

Sportumanza nasce proprio dalla volontà di riscoprire questa antica pratica, tipica del mondo montano: un percorso che ti condurrà dritto all’essenza della valle e che ti farà entrare a stretto contatto con i suoi valori storici, culturali e ambientali.